AGRICOLTURA E TUTELA DEL SUOLO: DAL MONDO DEL BIO GLI ESITI DI UN MONITORAGGIO DIMOSTRATIVO

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Il 27 aprile 2022 si è tenuto a Roma il convegno “La tutela del suolo passa da un’agricoltura pulita”.
L’evento, organizzato da Federbio assieme a Legambiente, LIPU, WWF, Slow Food e Medici per l’ambiente – con il patrocinio di ISPRA e Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente – ha presentato i risultati della campagna “La compagnia del suolo”.
Si tratta di un gruppo di tecnici che nel corso dell’estate 2021 ha girato l’Italia per valutare la salute dei nostri terreni e comunicare l’importanza della tutela del suolo: la Compagnia ha prelevato campioni di terreno da campi coltivati con metodo biologico e convenzionale per analizzarli e individuare la presenza di pesticidi chimici, rischiosi per la salute umana e quella dei terreni (https://www.cambialaterra.it/lacompagniadelsuolo/la-campagna/).

Il monitoraggio ha riguardato 24 campioni di suolo (12 coltivati con metodo bio e 12 con metodo convenzionale), con stesse colture e condizioni pedo-climatiche su appezzamenti vicini, poi analizzati da un laboratorio accreditato. Nessun pesticida di sintesi chimica è stato rilevato nei campioni di “suolo biologico”- salvo contaminazioni accidentali – mentre diverse sostanze di sintesi sono state rilevate nei suoli convenzionali, con specifico riferimento all’agricoltura intensiva in area padana, in cui la sostanza più rilevata è stato il glifosato seguito dall’erbicida AMPA, un acido derivante dalla degradazione del glifosato che rappresenta l’erbicida più usato al mondo che sarà oggetto di pronuncia, sul divieto o meno, da parte della Commissione europea entro il 2022.

Si è trattato di monitoraggio dimostrativo e non di tipo strettamente scientifico, ma molto utile per fornire dati su cui le istituzioni pubbliche possano lavorare quanto prima, in linea con il recente Rapporto dell’IPCC-International Panel on Climate Change (https://ipccitalia.cmcc.it/ar6-sesto-rapporto-di-valutazione/) che ha ricordato ancora una volta che il tempo di intervenire è ora. Anche la FAO nel 2018 aveva posto grande attenzione sul tema, con uno specifico studio riguardante i suoli degradati (https://www.fao.org/news/story/it/item/1127209/icode/).
Un suolo degradato infatti è meno efficace nella sua azione primaria di assorbimento dell’anidride carbonica (CO2) nell’aria, oltre che nel potenziale produttivo. Mantenerlo pertanto in condizioni ottimali con pratiche agricole opportune come rotazioni, fertilizzazioni organiche e sovesci, dovrebbe rappresentare una priorità nelle politiche agricole, sempre più centrali nella tutela ambientale ed eco-sistemica. Davvero il tempo di intervenire, è ora!