Ce.D.R.A dà il patrocinio e divulga “Avversità della vite”: uno sguardo qualificato per le scelte agronomiche in un’ottica di sostenibilità

La coltivazione della vite riveste notevole importanza economica in tutto il mondo; nei Paesi e nei territori a spiccata e storica vocazione vitivinicola rappresenta una specializzazione agronomica ed industriale tale da richiedere una attenta e particolare preparazione, che consenta di favorire il benessere della pianta e di contenere e/o evitare l’insorgenza di malattie pericolose e dannose. Il solo pensiero che la vite possa vantare una storia millenaria e che, da sempre, la sua coltivazione abbia accompagnato l’attività e il peregrinare dell’uomo, come abbondantemente viene annoverato in molti saggi, a partire da quelli biblici, ci mette di fronte ad una specie botanica di estrema importanza e che, nel corso dei millenni e dei secoli, è stata oggetto di molte attenzioni e cure da parte dei viticoltori e di geniali attenzioni da parte di studiosi, poeti, pensatori e artisti.
Come tante altre culture addomesticate dall’uomo, la vite si è fatta carico di un ricco bagaglio di aspetti positivi, meglio valorizzati nella diversità e nelle peculiarità dei vitigni, dei loro biotipi e cloni. Di contro, si è fatta carico di numerose negatività, rappresentate prevalentemente dalle ampelopatie che si sono progressivamente diffuse in tutto il mondo, prima con le migrazioni intercontinentali dei popoli e poi con i continui scambi commerciali, in particolare con l’importazione di viti americane.

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Eventi storici, condizioni ambientali, culturali ed agronomiche hanno portato a far emergere alcune avversità rispetto ad altre, ad eclissare o ad arginare malattie e ampelopatie un tempo considerate pericolose e dannose. Con il passare del tempo è sembrato di poter gerarchizzare le malattie secondo empirici criteri di pericolosità e di dannosità. Ciò non deve essere dato per scontato, perché le insidie dei patogeni e dei parassiti sono sempre pronte ad emergere ed aggravarsi con il verificarsi di particolari situazioni ambientali e di inattesi cambiamenti climatici. Per giunta, si sono accentuati molti malanni non parassitari, come i danni fitotossici dovuti allo scorretto impiego di prodotti chimici, siano essi destinati alla difesa antiparassitaria che alla nutrizione.
L’idea di realizzare una guida utile al riconoscimento delle più diffuse avversità parassitarie e delle principali fisiopatie deriva dalla necessità di agevolare il lavoro di quanti operano quotidianamente a contatto con la vite. Pur in presenza di altre opere di eccezionale valore nel settore fitopatologico della vite, nonché di opuscoli e di quaderni tecnici, redatti da varie Amministrazioni e da Enti pubblici, è sembrato opportuno raccogliere ed esaminare le malattie della vite e i danni che si possono riscontrare sulla pletora di vitigni, che vengono, più o meno intensivamente, coltivati in Italia. Alcune brevi note sulla biologia dei patogeni e dei parassiti e l’esame delle principali avversità abiotiche potranno contribuire a direzionare in modo migliore e più mirato gli interventi di prevenzione e contenimento delle fitopatie e di lotta antiparassitaria.
Molte monografie descrivono i vitigni e sono corredate, come di dovere, da illustrazioni di viti e di loro organi privi di difetti; fare l’opposto non è cosa comune, anche in considerazione che le varietà di vite si comportano in maniera spesso differente, sia in relazione alla loro suscettibilità o tolleranza alle fitopatie sia in rapporto alle condizioni colturali. Da qui è scaturita l’idea di concretizzare quanto osservato, diagnosticato e compreso in molti anni di attività di ricerca e sperimentazione svolta al Centro di ricerca per la viticoltura di Conegliano del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA-VIT). Inoltre, i controlli fitosanitari effettuati su un consistente numero di vitigni durante i lavori di selezione clonale, oppure sul patrimonio genetico di collezioni ampelografiche (uve da vino e da tavola, varietà portinnesto e ibridi), prevalentemente custoditi presso il CREA-VIT, hanno reso possibile l’acquisizione di importanti conoscenze sui problemi fitosanitari della vite. Ecco che, mettendo assieme le competenze di un fitopatologo e di un cultore e conoscitore delle varietà di vite, per l’appunto il dottor Giancarlo Moretti, è stato possibile costruire un originale atlante illustrativo delle malattie, con sintomi assai prossimi, rilevati su molteplici vitigni e che ora si ritiene opportuno condividere con i lettori anche per venire incontro a tante domande, che sovente sorgono di fronte a casi fitopatologici di dubbia interpretazione.
L’auspicio è che questa guida, di fronte al ripetersi di molti errori diagnostici ed a un certo pressapochismo, favorito anche dalla minuta frammentazione dell’azienda viticola nazionale, possa essere uno strumento di consultazione utile a valorizzare ulteriormente i principi della sostenibilità salutistica, ambientale ed economica di tutta la filiera vitivinicola, rafforzando quanto già avviato a partire dalla seconda metà del XX secolo con l’applicazione di disciplinari regionali di produzione integrata, nel rispetto delle Direttive Comunitarie e delle normative nazionali, nonché dei principi generale e delle linee guida proposte dall’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV).
Un ringraziamento agli amici e ai colleghi che hanno contribuito alla realizzazione del presente lavoro con la messa a disposizione di materiale fotografico, in particolare al dottor G. Moretti per aver collaborato fornendo grande parte delle immagini che riprendono le viti sane, cosa di sé poco ricorrente per chi insegue le malattie. Un grazie a quanti, attraverso la denuncia di casi fitopatologici e di malanni accorsi alle proprie vigne, hanno l’offerto l’occasione di studiare e fare esperienze sulla dinamica delle malattie e sui lori effetti in vigneto. Non per ultimo, un riconoscimento particolare al CREA-VIT di Conegliano, grazie al quale e alle sue collezioni ampelografiche, inestimabile strumento di conservazione e di valorizzazione della biodiversità del genere Vitis e un autentico laboratorio a cielo aperto, è stato possibile acquisire quanto di meglio qui rappresentato e illustrato.

Michele Borgo
Esperto Ce.D.R.A.

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